Ho bisogno di imparare a smettere di credere nel non-valore, nella povertà, nella mancanza.
Se osservo l’impatto che ha nella mia vita quello che succede, mi rendo conto che parliamo di forse 10 centesimi al mese. Dieci centesimi al mese?! E io per 10 centesimi mi faccio questo sangue amaro?!
Qui sì, qui vedo il mio eccesso.
Vedo che si fonda sulla paura.
La paura di PERDERE, di rimanere senza, di non avere abbastanza, che gli altri mi portino via il mio..
E vedo le mie credenze: il lavoro è fatica, i soldi si guadagnano col sudore della fronte, quando sei onesto gli altri se ne approfittano… ma più di tutte, la credenza nella miseria, nella povertà.
E mi domando: ma che cos’é tutto questo BISOGNO? Cos’è tutta questa necessità di possedere, guadagnare, i miei soldi, i tuoi soldi, perdere, avere…
Vivo con paura, con sospetto e sfiducia, nella mancanza.
Penso che sto perdendo il mio centesimo, perché va in tasca a qualcun’altro.
Devo credere nella povertà, per pensare e per agire in questo modo.
Ma se osservo la realtà, io vedo che la povertà non esiste. Esiste nella mia mente.
Se penso a me, in queste situazioni, sono tut’altro che nella povertà: sono in ferie, in un posto bellissimo, ho appena cenato al ristorante, entro in un negozio, ho i soldi per comprarmi quello che mi serve e che mi piace… Qui i centesimi (e anche molto più dei centesimi!) ci sono. La questione é “chi se li tiene?”. Ma esserci, ci sono.
Se io potessi…
Se io potessi rendermi conto di quanto sono ricca! Di quanto sono nell’abbondanza in quel momento… Fisicamente, concretamente, realmente!
E di dove si trova la mia mente, in quello stesso istante: nella miseria, a pensare al centesimo perso!
Se potessi rendermi conto di quanto è diversa la situazione che sto vivendo realmente, fisicamente, da quella che sto vivendo nella mia mente!
Non sono povera, dunque smetto di pensare che sono povera!
Decido di vivere quello che sto vivendo veramente.
Com-Prendere
Questo è l’insegnamento, per me, ciò che mi può aiutare a com-prendere tutto questo nel mio quotidiano, la minuscola puntina dell’iceberg che mi punzecchia ancora ogni volta che entro nel negozio, il microscopico sassolino che nonostante tutto è ancora dentro la mia scarpa:
io decido di vivere con fiducia, lasciando che il mio centesimo vada per la sua strada, che vada verso qualcuno o qualcosa che lo faccia fruttare, per il bene di tutti. Il centesimo verrà usato per rinnovare il negozio, per renderlo ancora meglio fornito, per assumere nuovi dipendenti, creare lavoro e benessere per la comunità, di cui io sono parte e godrò…
Non è perché va a qualcun’altro che il mio centesimo è perso. Decido di avere fiducia che quel centesimo sta andando dove deve andare e non é perduto, anche se non è più in tasca mia.
Voler guadagnare e possedere non è male. Volere i soldi non è male. I soldi non sono il male.
Posso smettere di vergognarmi di volere guadagnare e arricchirmi.
Posso smettere di pensare che sono taccagna e avida. Posso smettere di giudicarmi per volere quello che voglio. Posso smettere di pensare che sono povera e bisognosa.
Posso anche smettere di raccontarmi che sono una persona che non pensa ai soldi, che non è materialista… sono quella che sono: i soldi mi servono, mi piacciono e li voglio.
Allentare il giudizio
Ragionare in questi termini mi aiuta ad allentare il giudizio che ho di me stessa. Mi aiuta a calmarmi. Non mi sento particolarmente orgogliosa di me, però così sono e mi posso accettare un po’ di più.
E se mi accetto un po’ di più, sono un po’ più ricca.
“La coscienza della ricchezza è semplicemente l’espansione della tua coscienza e la percezione delle parti ricche che sono all’interno di te. Per questa ragione tutto ciò di cui hai bisogno per aumentare la tua coscienza della ricchezza è già dentro di te”.
(D. C. Gikandi)