Volere è potere, recita l’adagio.
Se vogliamo, allora possiamo.
E quando possiamo, vogliamo sempre?
Non necessariamente. A volte possiamo, ma non vogliamo. A volte facciamo cose pur senza avere voglia di farle. Cose che rientrano nelle nostre possibilità, ma che non vogliamo veramente fare. E che magari ci obblighiamo a fare…
Cosa succede se posso, ma non voglio?
Se posso, ma non voglio è un bel problema, perchè tanto la volontà è ammirata e incoraggiata, tanto la non voglia è vista come sinonimo di disinteresse, negligenza, pigrizia, egoismo…
Ci sono momenti nella vita in cui ci vuole molto coraggio per dire “non voglio”. Non voglio più andare avanti con questo matrimonio, non voglio più fare questo lavoro, non voglio che ci sentiamo, non voglio aiutarti a fare la tal cosa… Non voglio, semplicemente perché non voglio, non perché non posso o perché è successo chissà cosa o chissà quale impedimento. Semplicemente non voglio.
Il giudizio scatta in automatico.
“Come sarebbe che non vuoi?!”, “Tu pensi che io voglia sempre?!”, “Non mi interessa quello che vuoi o non vuoi, tu devi!”.
Ci vuole forza per sostenere quello che non vogliamo.
Pensate ora, di fronte alle stesse eventualità, quali reazioni riceveremmo se anzichè dire “Non voglio” dicessimo piuttosto “Non ce la faccio più… non posso andare avanti… non me la sento… non mi sento in grado…”. O anche, semplicemente “Non posso perchè ho un altro impegno”.
Il non posso suscita reazioni completamente diverse dal non voglio.
Innanzitutto spesso suscita reazioni di compassione, empatia, vicinanza, conforto.
E quando anche suscitasse rabbia, è molto più difficile arrabbiarsi con chi non può, rispetto a con chi non vuole. Perchè noi pensiamo che se uno non vuole, dipende da lui, dunque lo dobbiamo convincere o ci dobbiamo imporre. Mentre se uno non può, non dipende da lui. Se non dipende da lui, allora… più di tanto non si può insistere. Se non può, non può!
Non sono d’accordo.
Noi confondiamo la volontà con il prendere decisioni.
Ma avere voglia di significa sentire di avere voglia di.
E sentire di volere o non volere qualcosa si basa su qualcosa di ben più profondo della volontà, come la intendiamo generalmente, ovvero del decidere di fare una cosa piuttosto che no.
Non posso decidere quello che sento di volere o non volere.
Quando io sento che non voglio aiutarti a fare la tal cosa, il mio non volere è dato da un complesso di pensieri, emozioni, sensazioni, idee, esperienze vissute per cui io ora sento che non ti voglio aiutare.
Certamente potrei sforzarmi: potrei ordinare al mio corpo di portarmi lì da te e di aiutarti a fare quella certa cosa, ma questo non cambierebbe il mio stato d’animo.
Sentire di volere o non volere non dipendono da una decisione volontaria. Fare o non fare, sì.
Fare o non fare dipendono da una decisione volontaria. Potere o non potere possono dipendere da una decisione volontaria.
“Non posso accompagnarti nel tal posto oggi, perchè ho già un impegno”. “Sposta l’impegno”. “Non posso!”.
Non è corretto. Non è che non posso spostare l’impegno (immaginiamo che sia possibile spostarlo). E’ che non voglio spostarlo. Non ritengo di spostarlo. Perchè per me va bene dare la priorità all’impegno.
Il non posso, in realtà, è un non voglio.
Socialmente è più accettabile. Questo è il motivo per cui così spesso finiamo per dire non posso, anzichè non voglio. Non voglio ci espone a critiche e giudizi che non sempre siamo disposti a sostenere.
“Sei un egoista! Pensi solo a te stesso, non ci sei mai!”.
Rendiamoci conto che quando diciamo non posso, mentre sentiamo non voglio, stiamo cercando di fare in modo che gli altri continuino a pensare di noi quello che noi abbiamo bisogno che pensino di noi. Che siamo generosi, altruisti, responsabili…
E’ una manipolazione.
Socialmente ne traiamo un vantaggio. Ma ha un prezzo: non ci facciamo conoscere per chi siamo veramente e viviamo una vita che non è quella che vorremmo vivere.
Non voglio non perchè sono arrabbiato con te, o perchè sono egoista. Perchè non voglio, non sento questo, sento altro… Mi piace il gelato alla vaniglia, non mi piace il gusto al cioccolato…
Sono stanca, ho voglia di riposare, non ho voglia di mettermi a fare le pulizie di casa ora… Non voglio stare a casa, ho voglia di uscire, di andare a fare una passeggiata…
Se potessimo osservare i nostri “non voglio” con un po’ di distacco, come se non fossero i nostri, potremmo vedere che non c’è niente di male… Che abbiamo tutto il diritto ad avere i nostri gusti, le nostre inclinazioni, le nostre attitudini, i nostri tempi, i nostri ritmi… Che quando sono diversi dagli altri non sono sbagliati, è che sono i nostri.
Sentire non può essere una colpa.
Ci sono tante, tantissime situazioni del nostro quotidiano in cui non voglio non è accettato “Devo andare al lavoro oggi, anche se non ne ho voglia… sì o sì!”, ma ce ne sono almeno altrettante in cui varrebbe la pena sperimentare quanto può essere liberatorio fare ciò che si vuole o non fare ciò che non si vuole.
Semplicemente perchè ne abbiamo voglia!
E diritto.