Felicità è un termine che deriva dal latino con il significato di “fertile, nutriente” e ha la stessa radice di fecundus “fecondo”. Guardiamo cosa significano queste parole:
Fertile: che produce, che rende molto. Dal latino fertile, da ferre “produrre, portare”. Fecondo: che può procreare.
Nutriente: alimento che tiene in vita e fa crescere.
Che cosa c’entra la felicità con la fecondità, la fertilità, il nutrimento?
Vi propongo qualche riflessione.
Noi pensiamo che “Se ottengo quella promozione sarò felice”, “Se vinco alla lotteria sarò felice”, “Se succede quest’altro sarò felice”. Pensiamo che gli eventi produrranno felicità dentro di noi.
Ma non sono i soldi o una promozione a essere fertili, o meglio lo sono, ma per altri versi. Quello che producono è, ad esempio, benessere economico, non necessariamente felicità.
Vi sarà capitato di raggiungere qualcosa che volevate raggiungere e ciò nonostante non vi siete sentiti felici, non sapendovi spiegare il perché.
Se la felicità è fertilità, fecondità, nutrimento allora… deve essere il contrario! E’ la felicità dentro di noi che produrrà un lavoro, dei soldi, il successo.
Tutti vogliamo sentirci felici, e per la legge della proiezione di cui vi parlo in questi video , proiettiamo l’origine della felicità all’esterno.
Così come pensiamo che sono gli eventi esterni e il comportamento degli altri a renderci arrabbiati o tristi, così pensiamo che un fatto o un evento ci renderanno felici.
Però credo che tutti abbiamo sperimentato che non è così.
Desideriamo tanto qualcosa, la carichiamo di grandi aspettative, lavoriamo sodo e poi quando arriva… è piacevole, dà soddisfazione ma … non è la felicità. A volte addirittura rimaniamo con un senso di vuoto.
Pensare che i soldi mi daranno la felicità è un ossimoro, ovvero: se ho bisogno dei soldi per essere felice, sono nella necessità e nella dipendenza. Mentre la felicità è pienezza, completezza, abbondanza. Sono due stati del tutto opposti.
Inoltre la tal cosa potrei sempre perderla, dopo averla ottenuta. E allora? Ritornerei nel bisogno e nell’infelicità.
Ma la felicità è uno stato dell’essere, non è mutevole, variabile. Non può dipendere da qualcosa.
Ma come si fa allora ad essere felici senza avere quello che vorremmo tanto avere??
Siamo così abituati a guardare sempre e solo fuori, a renderci dipendenti dagli altri e dal mondo che non riusciamo a concepire di poter decidere noi in quale modo vogliamo vivere la vita, quale atteggiamento vogliamo avere, quale attitudine, quale sguardo vogliamo rivolgere al mondo.
Finchè ci sentiamo così dipendenti e in stato di bisogno, ci sentiamo impotenti e in balìa.
A questo scopo sviluppare una mentalità paradossale ci è di grande aiuto.
In questo video vi spiego che cos’è un paradosso e in che modo imparare a ragionare per paradossi ci può aiutare ad ampliare il nostro orizzonte mentale ed emotivo.
La felicità è questo: saper vivere nel paradosso.
“Solo se ottengo quella promozione al lavoro ne sarà valsa la pena e potrò essere felice!”. Ma se vado al colloquio con questo carico di tensione è probabile che questo si noti e magari non farà una buona impressione. E’ un lavoro di responsabilità e c’è bisogno di qualcuno che sappia mantenere la calma. Più voglio il lavoro, più voglio fare buona impressione, più rischio di apparire inadatto.
Il paradosso: per avere il lavoro che desidero tanto, lo devo desiderare un po’meno.
Questo mi permette di andare al colloquio con meno ansia, minor tensione e la mia calma probabilmente sarà vista come un indice di maturità e di autocontrollo.
Dunque la frase “Solo se otterrò quella promozione sarò felice” ha bisogno di diventare “Solo essendo felice potrò ottenere quella promozione”.
Quello che vi propongo è di imparare a invertire il pensiero.
Finora abbiamo ragionato in questi termini: solo se…. sarò felice.
Invertiamo: sono felice e metto la mia intenzione, il mio comportamento, la mia opera verso l’obbiettivo che desidero.
- Sono felice e studio.
- Sono felice e lavoro.
- Sono felice e mi impegno in una relazione.
La felicità feconderà, fertilizzerà, nutrirà il mio desiderio.
Che sarà solo un desiderio, non più un bisogno. E non essendo più un bisogno, io sarò più libero.
Felicità e bisogno non possono andare insieme.
Bisogno è necessità, dipendenza, è credere nella mancanza.
Fellicità è fecondità, procreazione.
Non posso, contemporaneamente, credere nella mancanza e aspirare alla felicità! E’ impossibile.
Devo decidere e continuare a decidere in ogni momento in cosa voglio credere, su quale fondamento voglio basare la mia vita.
Finora si è basata sulla mancanza.
Da adesso in poi…