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La nostra ricerca non può che iniziare dal punto di partenza, dal punto in cui siamo, ovvero dalla paura.

Paura è un termine che deriva dal latino pavore (m), da pavere “avere paura, essere preso da spavento”. C’è un’ipotesi (abbastanza riconosciuta e condivisa, anche se con alcune riserve) che collega la paura al… pavimento!
Pavimento, dal latino pavimentu (m), ha il significato di “terra battuta”, da pavire “battere, colpire, spianare”.

In sostanza è plausibile pensare che il pavere di “essere preso da spavento” condivida la stessa radice di pavire nel senso di “battere, spianare”.

La paura ci abbatte, ci scuote, ci butta a terra, ci immobilizza

(quale immobilità maggiore di quando, in una lotta, uno dei due avversari butta l’altro a terra e ci si mette sopra?).

Passiamo ora a quello che vogliamo che diventi il nostro punto di arrivo: la fiducia.
Fiducia è un termine che deriva dal francese antico fiance “promessa” (da fier “fidare) da cui

deriva fiancer “prendere un impegno”.

Se la paura ci rimanda a un’immagine di qualcuno o qualcosa che ci abbatte, la fiducia ci parla di prendere un impegno, di affermarci, di assumere un incarico.
Ma non basta che lo assumiamo, dobbiamo mantenerlo.
Per fare questo, siamo tutt’altro che abbattuti, tutt’altro che “a terra”: gioco forza siamo in piedi, in movimento, attivi, in prima linea, esposti, protagonisti.

Sono il nostro coinvolgimento, la nostra partecipazione, il nostro impegno che fanno la differenza. A questo punto ci spaventa di più avere paura o avere fiducia?

Se siamo onesti con noi stessi dobbiamo ammettere che avere fiducia (nel senso dell’impegno che siamo disposti a prenderci nei nostri confronti) fa più paura che rimanere a terra, abbattuti dalla paura.
Impegnarsi, lavorare, assumere un incarico, portarlo a compimento… è un grande lavoro, richiede energia, costanza, disciplina, forza d’animo…

E’ a questo punto che ci diciamo “Non ce la faccio… non ne sono capace… non so come fare… non ci riesco…”.

Ma attenzione: la Vita non ci chiede di riuscirci, di avere successo, di vincere.

La Vita ci chiede di provarci. Ci chiede di mettere il nostro meglio, di fare quello che possiamo, di essere noi stessi. Noi siamo concentrati sul risultato, sull’esito finale.
Ma proviamo a concentrarci sul processo, sull’affrontare quello che c’è bisogno che affrontiamo.

La Vita non mi chiede di prendere il massimo dei voti a un esame, mi chiede di studiare tutti i giorni. Non mi chiede di non fallire, mi chiede di fare del mio meglio e di provarci. E se vengo respinto all’esame, mi chiede di farmi forza e di riprendere a studiare per ripeterlo alla sessione successiva.

Se faccio questo, se sono costante, se persevero, se mantengo l’impegno che ho preso con me stesso, è molto probabile a quel punto che io riesca, che ottenga dei risultati, che raggiunga degli obbiettivi.

Ragionando in questi termini arriviamo a un paradosso stupefacente.

Questo paradosso consiste nel fatto che noi, noi tutti, non abbiamo paura di fallire. Abbiamo paura di riuscire. Abbiamo paura di essere felici, di sentirci realizzati, di avere una vita piena.

Scopriamo allora che la paura è una grande alleata dei nostri meccanismi di difesa.
Non parlo della paura che ha un fondamento (se qualcuno mi aggredisce certamente ho paura e cerco di scappare), ma delle paure che noi per primi ci rendiamo conto che sono irrazionali o esagerate.

Se ho paura non posso.
Se non ho paura, posso.
Ma che succede se posso, ma non voglio?

Quando diciamo che abbiamo paura spesso muoviamo la comprensione e la compassione nell’altro. Ma quando diciamo “non voglio” il rischio è che muoviamo ben altro…

Se la paura ci protegge, al tempo stesso ci intrappola, ci limita.
Se abbiamo paura di nuotare stiamo vicino alla riva e siamo al sicuro. Ma magari a volte sarebbe bello poter andare un po’ al largo… L’acqua è più pulita, ci sono più pesci, c’è meno folla, c’è silenzio…

La differenza tra avere paura e avere fiducia è data da una decisione. E’ frutto di una scelta. Una scelta inconsapevole, ma comunque una scelta.
Se ho paura e sono bloccato, atterrato, crollato devo averlo deciso in un qualche momento.
Devo avere (inconsciamente) deciso che “Mai più permetterò che…! Questo no..! Non lo farò..! Non succederà più!”.

Ma, se ho deciso di avere paura, posso allo stesso modo decidere di avere fiducia.

Spesso le persone mi chiedono “Ma come posso fare? In che modo?”. Io rispondo che la questione non è mai “come”, ma “cosa”.
La questione non è “Come si fa ad avere fiducia? Come si fa a non avere paura?”.
La questione è “Cosa voglio per me? Voglio continuare ad avere paura e a limitarmi o voglio provare a vivere con più fiducia?”.

Quando abbiamo chiaro cosa vogliamo, allora il “come” viene di conseguenza.
Se non sento veramente di voler superare il mio limite rispetto ad esempio alla paura di nuotare, allora continuerò a stare vicino alla riva. Non c’è niente di male in questo.
Se invece, nonostante la paura, voglio imparare a nuotare, voglio andare al largo, allora il come sarà abbastanza scontato: posso andare a fare un corso di nuoto, posso uscire in gruppo con un istruttore, posso dotarmi di un salvagente.

La Vita offre soluzioni a tutto. A volte queste soluzioni ci spaventano di più dei problemi. Ma anche questo lo possiamo affrontare con paura… o con fiducia!