Mi stavo domandando come iniziare a scrivere questo articolo e mi sono detta: “Già che voglio parlare di mostri, aspetta che vado a vedere qual’è l’etimologia della parola mostro”. Così ho fatto.
Quello che ho letto mi ha lasciata letteralmente stupefatta. Ve lo riporto:
Mostro: voce dotta, dal latino monstru, con il significato di “segno divino, prodigio, portento”.
Cosa?! Mostro significa prodigio?! Cioè tutto il contrario di quello che comunemente intendiamo? Ma non era ancora tutto… Deriva dal verbo monere, con il significato di “ammonire”. Il mostro arriva per ammonirci. Questa parola sta scrivendo l’articolo da sola…
Ma non era ancora finita.
Mostro è imparentato con il verbo mostrare. Monere, ammonire, indicare, mostrare.
Il mostro mostra.
Che meraviglia.
Basta andare all’origine di una parola per, non solo scoprire un mondo, ma per scoprire un mondo completamente diverso dal mondo che ci si aspettava di trovare e, avendo scoperto un mondo completamente diverso, il significato che gli abbiamo attribuito sinora cambia completamente e si trasforma nel suo opposto: da mostro a prodigio, da nemico a amico, da contrario a favorevole.
C’è un Mostro dentro di me?
Dentro di me, sì. E credo che molte altre persone potrebbero rispondere come me.
Per qualcuno è una malattia. Per qualcun altro un comportamento, un atteggiamento. Oppure un blocco. Sia quel che sia, il Mostro è una parte di noi, un aspetto del nostro essere che non può essere controllato con la volontà, per quanti sforzi si facciano. Non può essere mandato via, per lo meno, non definitivamente. E comunque, anche quando se ne va, lo fa perchè lo decide lui, quando arriva il suo momento. Non riusciamo a capire a cosa è dovuto, da cosa si origina. Ci sembra assurdo, esagerato, immotivato, estremo. Soprattutto, ci sembra ingiusto.
Decisamente, non lo vogliamo!!!
Ma non c’è niente da fare… il Mostro non bada a quello che noi vogliamo, nè a quello che noi sentiamo nei suoi confronti, nè alle nostre proteste.. E’ una vera forza della natura, che non recede davanti a niente e a nessuno. Si quieta quando lui ritiene di quietarsi. E i suoi motivi, per noi, sono ignoti e incomprensibili.
Non ha forma. Non riusciamo a definirlo. Non riusciamo a capirlo.
E’ totalmente al di fuori dal controllo della nostra mente, per lo meno dalla nostra razionalità. Non segue una logica.Se ci pensate, è questo che fa di un mostro un Mostro.
Qualcosa che va al di là della nostra immaginazione.
Finchè riusciamo a immaginare e a dare un contorno a qualcosa, può essere brutta, orrenda, tremenda, ma ancora non è mostruosa. Non diremmo che un dinosauro è un mostro. Ma la creatura che sta a Loch Ness sì, la chiamiamo mostro. Se l’assenza di una forma, o per lo meno, di una forma immaginabile, ce lo rende mostro, se potessimo dargli una forma, non sarebbe più un mostro… o lo sarebbe un po’ meno… Ma soprattutto, se potessimo dargli una forma allora… potremmo averne meno paura…
Perchè noi siamo terrorizzati dal Mostro!
Tutta la fatica che facciamo per mandarlo via, scacciarlo, cambiarlo è perchè ci fa una paura tremenda! Che sia una malattia o un comportamento o qualsiasi altra cosa, ci rovina la vita e noi non riusciamo a fare niente per cambiare questa situazione. Cerchiamo di lottarci contro ma è una lotta impari e inutile. Anzi, talvolta è controproducente, poichè quello che succede è che più ci lottiamo contro più noi ci indeboliamo e più il Mostro diventa forte.
Cerchiamo di dissuaderlo, di curarlo, di calmarlo, di fargli paura, di redarguirlo, di premiarlo e chissà che altro ancora… Se nessuno di questi mezzi funziona, abbiamo bisogno di prenderne atto e renderci conto che dobbiamo cambiare approccio. Abbiamo bisogno di cambiare strategia.
Se siamo arrivati a questo punto nella nostra vita, c’è una sola cosa che rimane da fare:
ARRENDERSI.
Qualcuno tremerà, davanti a questa parola. Qualcuno dirà: MAI! Eppure, non c’è altro da fare. Attenzione: arrendersi non è rassegnarsi. Nella rassegnazione ci sono rabbia, rancore, sottomissione forzata. Arrendersi ha molto più a che fare con l’accettazione. Con il prendere atto. Se io non sono in grado di fermare il Mostro, lui è più forte di me.
Si tratta di iniziare a prendere atto della realtà dei fatti. Le cose stanno così: ho un sintomo o una malattia che non riesco a debellare. “Ho un sintomo che,nonostante tutte le cure che sto facendo, non guarisce”. Ho un comportamento che ogni tanto esce fuori che non riesco a controllare. “A volte alzo la voce e magari anche le mani e, nonostante poi mi penta e mi dica che devo stare calmo, quando meno me lo aspetto mi succede di nuovo”.
Ho un blocco che non riesco a superare. “Ho a che fare con una persona che mi fa impazzire e io non riesco a farci niente”. Lo devo riconoscere, semplicemente perchè questa è la realtà dei fatti.
Devo iniziare ad accettare che è così. Io sono così, in questo momento. Mi succede questo, in questo momento. Non riesco a cambiarlo, per ora. Non mi piace, non ne sono contento, vorrei che fosse diverso. Ma non è diverso, almeno per il momento. E devo imparare ad accettarlo. Perchè il Mostro è più forte di tutto quello che io so mettere in campo.
Questo non significa rassegnarsi. Significa accettare di avere dei limiti. Accettare che il Mostro ha una forza che io non ho, conosce qualcosa che io non so, agisce in modi diversi dai miei. Per il momento.Per non rassegnarci, dobbiamo appellarci a un pensiero paradossale:
il Mostro non è qui per schiacciarci, per eliminarci. E’ qui per darci la possibilità di crescere e di rafforzarci.
Il Mostro ci porta un messaggio, un monito. Viene ad avvisarci.
Non è un messaggio lineare, chiaro. Per noi è oscuro, misterioso, assurdo. Viene a dirci quello che noi non vogliamo sentirci dire. Viene a chiederci quello che noi non siamo disposti a dare. Viene a mostrarci quello che noi non vogliamo vedere.
Di tutte le nostre parti è quella che reprimiamo e nascondiamo con maggiore forza. Quella che cerchiamo di seppellire più in fondo. Perchè tanta veemenza? Perchè è cattiva? E’ sbagliata? E’ dolorosa? Chi decide chi dobbiamo essere, come dobbiamo essere, cosa è accettabile e cosa no? Chi l’ha repressa, chi l’ha nascosta se non un’altra parte di noi? La parte che ci vuole in un certo modo, socialmente accettabile, formale, giusto, buono…
Pensiamo che il mostro ci vuole schiacciare perchè noi vogliamo schiacciare lui. Ma ricordiamo che in ogni azione, in ogni comportamento c’è sempre un’intenzione positiva. Le nostre difese si sviluppano sempre con un intento protettivo.
E se fosse vero che il Mostro, in realtà, è un prodigio? Se il Mostro nascondesse il nostro oro? Se custodisse la nostra gemma più preziosa? Il Mostro è fortissimo, giusto? Dunque quella forza è la nostra… poichè è dentro di noi! Ora la viviamo come contro di noi, ma non è detto che debba sempre essere così. La forza è forza.
L’energia è energia. Sta a noi come usarla.
Siamo disposti ad andare a verificare? Siamo disposti a provare a smettere di voler avere la meglio su di lui, a riconoscere che lui è il più forte e, come si fa con chi è più forte, più bravo, più abile… guardarlo? Osservarlo senza giudizio per conoscerlo, vedere come è fatto, come si comporta, quando esce, quando si ritira, quando esplode, quando si calma…
Guardarlo per vedere che forma ha.
Il Mostro ha una forma. Solo che non è una forma conosciuta. Ma questo non vuol dire che non ne abbia una. Senz’altro ne ha una, che ci è sconosciuta, aliena e che ci fa paura. Ma se proviamo a guardarlo, scopriremmo che non c’è niente di mostruoso in quella forma. Quello che l’ha resa mostruosa è la paura di quella forma e la paura si è sviluppata per il giudizio che abbiamo imparato ad avere su quella forma.
Giudichiamo il Mostro. Anzi, lo pre-giudichiamo, perchè lo giudichiamo prima ancora di conoscerlo veramente. Le nostre credenze ci fanno lottare contro qualcosa che siamo noi stessi senza nemmeno chiederci “Cosa sto facendo? A che scopo mi succede questo?”. Ci fa darci addosso, dirci che siamo stupidi, sbagliati, inadeguati, senza che nemmeno sappiamo di cosa stiamo parlando…
Mentre scrivo si sta avvicinando la Pasqua.
Un momento di rinnovamento, di trasformazione, di evoluzione.
E’ un paragone un po’ banale, lo so, ma, nell’uovo di Pasqua c’è la sorpresa, giusto? Proviamo a guardare il nostro Mostro negli occhi. Senza giudizio. Guardiamo profondamente, intensamente, attentamente, con il cuore. Troveremo il regalo che stiamo aspettando da tutta la vita.
“Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
(A. De Saint Exupéry)