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No.

Decidere di andare da uno psicologo è una scelta molto personale, che attiene alla persona in questione e a nessun altro.

Dal momento che io non lavoro né con minori, né con persone con patologie psichiatriche (per cui le autorità competenti possono predisporre un Trattamento Sanitario Obbligatorio), non è possibile prenotare un appuntamento con me se non per sé stessi.

E’ una decisione che ho maturato attraverso gli studi, con gli anni e soprattutto con l’esperienza.

A volte accade che un genitore chiami per un figlio (maggiorenne) o che un figlio chiami per un genitore. Chi chiama è sempre molto preoccupato e dispiaciuto. Gli dico che non posso accogliere richieste per conto di terze persone, ma che possono dare il mio numero alla persona in questione. Se mi sembrano particolarmente preoccupati o ansiosi propongo a loro di venire a fare un colloquio.

Nessuno accetta il colloquio per sé e nove volte su dieci l’altra persona non chiamerà mai.
Le rare volte in cui mi sono ritrovata a fare un colloquio con qualcuno che non aveva prenotato da sé (magari online, o via messaggio), non siamo mai andati oltre i due colloqui.

E’ qualcosa che semplicemente non funziona.

Mettere in discussione sé stessi, andare in profondità in sé stessi, contattare il proprio dolore non è qualcosa che può essere fatto perché qualcun altro ce lo chiede, per compiacerlo, per aiutarlo o perché sentiamo una pressione (per quanto questa abbia un’intenzione positiva).

Lavorare su sé stessi è una scelta e una scelta può essere fatta solo in libertà.