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L’obiettivo del primo colloquio (e, a seguire, di ogni colloquio) è quello di offrire alla persona un punto di vista diverso dal quale osservare quello che le sta accadendo. Non sono gli eventi che ci causano stress e malessere. E’ il modo in cui li viviamo che ci provoca stress.

La questione è il nostro vissuto.

Con questo non stiamo negando la portata di un evento, ma vogliamo evidenziare la portata del nostro modo di vivere l’evento e mostrare come questo influisca sul nostro stato. Questo è reso tanto più necessario dal fatto che noi non possiamo impedire che gli eventi accadano, nè possiamo cambiare il comportamento degli altri (anche se ci proviamo continuamente).

Ma sì, assolutamente, possiamo decidere di vivere ciò che ci accade con un altro stato d’animo. Questo diventa possibile quando mettiamo in atto un cambio di prospettiva: osservando la situazione da un’altra angolatura, la vediamo diversamente e vedendola diversamente abbiamo pensieri e sentimenti diversi. Ci renderemo conto a quel punto che possiamo (non dobbiamo, possiamo) essere diversi, comportarci, agire e fare scelte diverse rispetto a quelle che adottiamo di solito obbedendo a una sorta di pilota automatico.

Il risultato di questo cambio di prospettiva è quello di farci vivere la stessa situazione (o situazioni analoghe) con meno stress, meno malessere, in maniera più equilibrata e più adulta.