Skip to main content

E’ una scelta molto personale. Ognuno di noi, istintivamente, ha una preferenza.

Non c’è, in assoluto, una cosa che sia meglio di un’altra. In psicoterapia diciamo che “il transfert non ha sesso”: con questo intendiamo dire che il processo attraverso cui la persona proietta sul terapeuta emozioni, sentimenti, pensieri relativi alle sue esperienze passate avviene indipendentemente da che il terapeuta sia uomo o donna.

Dunque, a meno di specifiche esigenze e situazioni, non è che sia meglio l’uno o l’altra.

Più interessante, dal mio punto di vista, è quello che c’è sotto alla preferenza della persona quando è il momento di scegliere e quello che ci perdiamo dell’opzione che non scegliamo.

Generalmente tendiamo a scegliere una persona del sesso con cui ci sentiamo più in sintonia nella vita. Istintivamente ci rivolgiamo a qualcuno con cui sentiamo che ci è più facile aprirci e da cui ci aspettiamo di sentirci compresi.

Questo è normale. Ma dobbiamo sapere che, in questo modo, stiamo evitando il difficile.

Per il nostro sviluppo, per la nostra crescita è molto più importante fare ciò che ci costa fare, piuttosto che ciò che facciamo già. Così, se cerco una terapeuta donna perché con le donne mi sento più a mio agio, questo va benissimo. Sapendo che per me, proprio in virtù di questo, sarebbe una bella sfida lavorare con un uomo!