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Tutto è connesso.

Tutto ciò che mi accade ha a che fare con me: non solo le azioni che io metto in atto, ma anche tutto ciò che mi succede indipendentemente dalla mia volontà. Tutto ciò che mi accade si verifica allo scopo di aiutarmi ad integrare un apprendimento e a mettere in atto un cambiamento.

Gli altri sono il mio specchio.

Ciò che accade fuori riflette ciò che accade dentro di me. La proiezione mi fa attribuire ad altri ciò che non accetto di me. Ma gli altri, come tanti specchi, me lo riflettono indietro.

Sospendere il giudizio.

Quando giudico, prendo posizione. E quando prendo posizione inizio a ragionare in termini di giusto/sbagliato, bene/male, ragione/torto. Ma, quando abbiamo un problema e non sappiamo come uscirne, questa mentalità non ci aiuta. Abbiamo bisogno di comprendere quello che ci succede, più che di giudicarlo.

“Smetto di chiedere agli altri di cambiare e cambio io”.

Se gli altri sono solo il mio specchio, è me stesso che devo cambiare, giusto? Voler cambiare gli altri sarebbe come guardarsi allo specchio, vedersi spettinati e cercare di sistemare i capelli nello specchio. Sono i capelli sulla mia testa che ho bisogno di pettinare. Di questo si tratta quando parliamo di riprenderci le proiezioni.