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Alla fine della prima parte di questo articolo eravamo rimasti a “cose per me inconcepibili” e al lavoro che ho fatto per arrivare a concepirle. Vi parlavo di donne che accettano i maltrattamenti, ma non il tradimento da parte del partner.

Una volta una donna mi raccontò che aveva dato un calcio al suo compagno che la voleva lasciare per un’altra donna. Io le dissi che era grave quello che aveva fatto e lei mi rispose “Ma lui mi vuole lasciare!”.

Al che io le dissi “TU hai un problema. Anche il tuo compagno ha un problema, ma tu di più”.
La donna mi guardò disorientata “Perchè mi dici questo..?”.
Perchè hai un problema, che non vedi.

Il tuo problema è che non ti rispetti.

Il tuo problema è che non ti rispetti. Non ti dai valore e non hai stima di te.
Questo si vede dal fatto che accetti di stare in una relazione con un uomo che ti maltratta (letteralmente: ti tratta male), ora anche ti tradisce e tu vuoi ancora continuare la relazione, nonostante tutta la sofferenza e l’infelicità che provi. Non credi di poter “avere di meglio”, né tanto meno di meritartelo.

Vorresti cambiare, vorresti rispetto, vorresti stare bene, ma non sai come fare. Dunque passi dall’opzione del “sopportare/subire” all’opzione dell’”aggredire”.

A questa donna la sua aggressività sembra giustificata, per il fatto che la sua intenzione è quella di farsi rispettare.

In realtà, quello che ottiene quando alza le mani sull’uomo è di rendersi violenta.E’ il suo senso di impotenza che le fa fare questo. Ed è sempre il suo sentirsi impotente che le fa dire: è lui che se l’è voluta. E’ colpa sua. Ha iniziato lui.

Non sono io responsabile delle mie azioni. Le mie azioni sono giustificate

Come a dire: non sono io responsabile delle mie azioni. Le mie azioni sono giustificate.
Non sono io la responsabile di me stessa. Questa mentalità è pericolosa e ci indebolisce. Perché è qui che ci consegniamo nelle mani di qualcun altro.

La nostra rabbia, la nostra aggressività si ritorcono contro noi stesse: ci svalutiamo, ci sottostimiamo, ci sentiamo impotenti e ci rendiamo vittime. Sono la nostra impotenza e la nostra frustrazione che ci consegnano nelle mani di chi non ci usa rispetto. Aristotele ha detto:

“Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, nel grado giusto, al momento giusto, per lo scopo giusto, questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile”.

Abbiamo bisogno di altri strumenti, altre opzioni, altre abilità.
Abbiamo bisogno di imparare a sostenere la frustrazione e a gestire la nostra rabbia.

La rabbia non è male. E’ un’emozione, nulla di più.

Ma a volte le emozioni che proviamo dentro di noi sono così forti, così intense, così violente, che non sappiamo come averci a che fare. Ci è stato insegnato che sono negative, che ce ne dobbiamo vergognare, che le dobbiamo reprimere, che non le dobbiamo mostrare, che sono sbagliate…

Ma sono le nostre emozioni! Nessuno ha diritto di giudicarle! Se proviamo quello che proviamo, un senso e una risposta ci devono essere!

Io penso che attraverso la rabbia cerchiamo di dare una risposta, di fare qualcosa, di reagire. In un frangente come quello delle donne che sono aggressive fra di loro nella casa, l’aggressività è una reazione eccessiva e sproporzionata.

Le donne non sanno veramente parlarsi. Non sanno veramente condividere lo spazio. Ognuna dice all’altra quello che deve fare e quando l’altra non lo fa, la frustrazione è insostenibile. Hanno bisogno di sviluppare assertività. Hanno bisogno di imparare a custodire il loro spazio e il loro territorio, senza aggredirsi. Hanno bisogno di sviluppare sicurezza in sé stesse per poter scegliere veramente dove vogliono stare e quale vogliono che sia il loro posto.

Nel caso della donna che non accetta il tradimento e la separazione, questa donna non sa vivere con sé stessa e per sé stessa. Ha paura della solitudine. Ha una bassissima autostima. Ha bisogno di imparare a conoscersi, a scoprire il suo valore, a rispettare la sua persona, a potenziare la sua personalità. Ha bisogno di sviluppare fiducia in sé stessa per decidere lei che persona vuole essere.

Tutte queste donne custodiscono un dolore che non è stato affrontato com’era necessario che venisse affrontato. Si tratta di avere fiducia e provare a darsi un’altra possibilità.

La Vita offre soluzioni a tutto.
Cerchiamo altre risposte e diamoci dignità.