Mentre mi accingo a scrivere questo articolo mi viene in mente una frase del regista Werner Herzog che dice:
“Non c’è niente di male a morire nei perigli della vita”.
Oggi ho deciso di mettermi nei perigli. Perché oggi voglio scrivere di quello che per certi versi è ancora un tabù.
Voglio scrivere dell’aggressività nelle donne.
Anche noi donne ci arrabbiamo, a volte molto, addirittura moltissimo. A volte diventiamo aggressive: verbalmente, moralmente. E a volte l’aggressività arriva a sfociare in comportamenti anche fisicamente violenti. Nel mio lavoro incontro molte donne che hanno tanta rabbia dentro, che a volte sfogano sugli oggetti e a volte sulle altre persone.
Molti anni fa lavoravo in un centro antiviolenza che offriva supporto a donne vittime di violenza. Il centro gestiva anche una casa rifugio, dove venivano ospitate donne che avevano bisogno di allontanarsi da mariti particolarmente violenti. Un frangente che, a me, giovane psicologa, lasciava allibita e anche parecchio disorientata era il fatto che a volte le donne fossero aggressive tra di loro.
Il più delle volte si trattava di aggressioni verbali (litigi, battibecchi, a volte insulti), però qualche rarissima volta era anche volata una spinta o un gesto con le mani…
All’epoca mi scandalizzavo e reagivo sgridandole, con tanto di rimproveri, giudizi, frasi tipo “Ma vi rendete conto?? Proprio voi che chiedete protezione dalla violenza?!!…” e tanti bla bla simili. Riguardando quegli episodi oggi mi rendo conto di quanta ignoranza, di quanta ipocrisia, di quanta retorica io abbia messo in atto. Mi rendo conto di quanto profondamente io non avessi capito niente di quello che stava succedendo e di quanto inadeguato sia stato il mio intervento.
Una reazione insolita
Ma mi rendo conto anche che la mia reazione non era strana, non era insolita. L’aggressività in noi donne è un tabù. Non se ne parla, si minimizza, si giustifica, si nega, si normalizza… L’immagine predominante della donna è idealizzata: la donna è materna, amorevole, accudiente. E’ vittima, è indifesa, è impotente.
“Le donne vengono maltrattate… sono vittime… sono buone… hanno solo bisogno di protezione… le donne sono accoglienti e accudienti per natura… se fosse per le donne non ci sarebbero mai le guerre…”.
Non sto dicendo che le donne non siano anche vittime, anche accudienti, anche pacifiche.
Ma siamo anche molto, molto altro.
Proviamo a guardarci dentro. Poi al nostro fianco. Poi apriamo un giornale.
Ci sono donne che si fanno del male e donne che si tolgono la vita. Ci sono donne che manipolano, mentono, minacciano, ricattano. Ci sono donne che picchiano e uccidono, i propri familiari e a volte i propri stessi figli.
Un tema importante
Io dico che è un tema importante e che è necessario parlarne apertamente.
Per il mio modo di vedere, una donna che sta da anni in una relazione con un uomo che la maltrattanon può farlo a meno che lei stessa non concepisca la violenza come tipo di relazione. Magari perché è cresciuta in una famiglia in cui ha visto il padre maltrattare la madre e la madre subire in silenzio. Una famiglia in cui la mentalità dominante era “l’uomo comanda, la donna obbedisce” e “una donna vale meno di un uomo”.
In questo frangente la donna impara ad essere vittima. Impara a concepire quel modello di relazione di coppia.
Allo stesso tempo prova rabbia, perché sente che è ingiusto, è limitante, è crudele. Ma.
Ma non ha un modello alternativo. Non ha un’altra opzione. O aggredire o subire. Queste sono le opzioni che la sua famiglia le ha offerto. Un’altra situazione che mi impressionava e disorientava quando lavoravo con donne vittime di violenza era questa: da un lato la relativa facilità (passatemi il termine) con cui accettavano i maltrattamenti.
Ma, dall’altro, non appena scoprivano che il loro uomo le tradiva con un’altra, si scatenava l’inferno!
Le botte le accettavano, il tradimento no.
Su come siano possibili cose del genere, io mi arrovellavo allora e mi ci continuo ad arrovellare. Se vorrete continuare a leggere, nella seconda parte dell’articolo vi illustrerò a quali conclusioni sono giunta a furia di arrovellarmi e soprattutto quali altre opzioni abbiamo bisogno di rendere nostre se vogliamo essere persone diverse.
A presto!